Neuroscienze, apprendimento e didattica della matematica |
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8. Il ragionamento
ipotetico-deduttivo | ||
Le nostre capacità inferenziali vengono messe a
dura prova anche in una circostanza che richieda la capacità di
ragionare su una regola disgiuntiva, insieme a quella di costruire ipotesi e
valutarne le conseguenze. Parliamo in questo caso di ragionamento
ipotetico-deduttivo. Eccone il testo: Sono date quattro figure formate su due caratteristiche chiave: la forma geometrica e il colore: rombo, cerchio e bianco, nero. Si sceglie senza comunicarla una figura (data quindi da una forma e da un colore). Si chiamano THOG le figure che hanno o la forma o il colore della figura scelta, ma non ambedue insieme. Sapendo che il rombo nero è un THOG, quali, tra le figure rimanenti sono THOG? La soluzione è in nota2 Il problema risulta risolto solo da una percentuale bassa dei soggetti, circa il 30%, e anche in questo caso una delle difficoltà sembra essere creata dai limiti della memoria a breve termine. 3 | Il problema del THOG | |
Non è questa la sede per approfondire
largomento ma ne possiamo concludere che solo alcune operazioni
logiche sono per noi naturali, mentre la logica nel suo complesso si impara
solo studiando e allenandosi duramente. Il pensiero rigorosamente razionale
non è affatto spontaneo, come lo è invece fare analogie e
metafore, e per svilupparlo servono circostanze speciali, quali, per
esempio, si incontrano nello studio della geometria razionale. ... Tutti del resto per quel che spetta ai programmi ed ai libri di testo, si attengono alla legge: che se dovessimo consigliare il prof. Barsanti a riprendere il testo di Euclide, almeno per la materia contenuta nei primi libri, lo faremmo, perché noi crediamo che l'insegnamento liceale della matematica debba dare non dei matematici propriamente detti, ma piuttosto menti dallo studio matematico disciplinate e rafforzate al ragionamento, al quale scopo i libri d'Euclide furono giudicati meglio acconci4. La seguente invece è lopinione espressa nel 1936, di A. Einstein D'altra parte intendo respingere l'idea che la scuola debba insegnare direttamente quelle conoscenze specializzate che si dovranno usare poi nella vita. Le esigenze della vita sono troppo molteplici perché appaia possibile un tale insegnamento specializzato nella scuola. La scuola dovrebbe sempre avere come suo fine che i giovani ne escano con personalità armoniose, non ridotti a specialisti. Lo sviluppo dell'attitudine generale a pensare e giudicare indipendentemente dovrebbe sempre essere al primo posto5. | Il pensiero logico non è spontaneo |
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Spiccano in tali opinioni lattenzione per il
carattere formativo della scuola. Evidentemente le menti disciplinate e
rafforzate al ragionamento, l'attitudine generale a pensare e giudicare
indipendentemente non erano, per chi parlava, prodotti garantiti dalla
pratica quotidiana della vita, ma necessitavano di un adeguato allenamento e
unadeguata istruzione. |
Crisi del carattere formativo dellinsegnamento |
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