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Le equazioni lineari 3. Le equazioni di primo grado nell'Italia del XVI secolo. |
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In questo capitolo presentiamo, in contrapposizione tra loro, due diverse concezioni didattiche della matematica dovute a
N. Tartaglia e a
R. Bombelli
due dei maggiori algebristi italiani del XVI secolo, a cui dobbiamo i grandi sviluppi dell'Algebra che hanno consentito la nascita,
con Cartesio, della geometria analitica. I due matematici si trovano su quella linea di confine che separa la scienza mediovale e
rinascimentale da quella moderna: Tartaglia ancora proteso, con le sue scelte didattiche, al passato, Bombelli al futuro.
Nel passato, nelle scuole d'Abaco, che si andavano formando nell'Italia centrale a partire dal '200, l'insegnamento della matematica era
rivolto sopratutto allo studio dell'aritmetica e della geometria pratica e aveva un carattere molto concreto teso a dare regole di calcolo e
metodi per risolvere problemi legati a varie attività umane: divisione di utili, calcoli di interessi, scambi di merci, ecc. Ogni problema era
in un qualche modo legato a una storia concreta di vita, era un piccolo racconto che poneva un quesito che poteva essere risolto con un po' (poca)
di tecnica algebrica e un po'(molta) d'intelligenza.
Questo problema è preso da Tartaglia, General trattato di Numeri e Misure, Venezia 1556 un'opera molto voluminosa che contiene 204 problemi
riducibili ad equazioni di primo grado:
Problema 2 Uno mercante compra 6 pezze di panni feltrini, & 8 pezze di panni di Bologna, & pezze 12 di panni scarlatini per ducati 2520. Li panni di Bologna gli costano la pezza tre volte tanto di quello che gli costó la pezza di panni feltrini, & e la pezza di panni scarlatini gli costarono un tanto e mezzo di quello che gli costó la pezza di panni di Bologna. Si dimanda quanto gli costó la pezza di panni feltrini & e di ciascuna delle altre due sorte. Pone che la pezza di panni feltrini costa quello che ti pare: 24 ducati ... Tartaglia propone di risolevere il problema usando il metodo della falsa posizione del quale abbiamo parlato nel capitolo precedente, ponendo di 24 ducati il prezzo di una pezza di feltro. Seguendo l'impostazione che abbiamo dato, consideriamo il seguente operatore: X é il costo del feltro (a pezzo), spesa(X) é la spesa totale che effettua il mercante in funzione del costo del feltro. Questo operatore, dilatando il prezzo del feltro, dilata nello stesso modo la spesa mantenendo la forma del problema, le proporzioni. Dunque, partendo da un qualunque valore iniziale di X, possiamo dilatare la spesa dilatando X fino ad arrivare al valore assegnato di 2520 ducati e vedere poi per quale X tale valore è stato assunto. Più precisamente questo operatore, per il teorema precedente, è lineare dal momento che la spesa totale è crescente e "conserva i multipli interi": se infatti raddoppia il costo del feltro, raddoppiano tutti gli altri costi (il panno di Bologna che costa 3 volte il feltro e il panno scarlatto che costa 3/2 del costo del panno di Bologna), e quindi raddoppia la spesa complessiva, se triplica, triplica la spesa, e così via. Il fatto che il prezzo della merce dipenda linearmente dalla quantità è dato per scontato, per ovvio, senza bisogno di ulteriori specificazioni, mentre anche questo fatto è ragionevole solo in piccolo dal momento che acquistando grandi quantitativi di merce ci si aspetterebbe una diminuzione del prezzo. Lequazione spesa(X) = 2520 in questo contesto, è quindi di primo grado e possiamo risolverla col metodo della falsa posizione.
Se il prezzo X del feltro fosse ad esempio 24 ducati (la falsa posizione, il "bastone", quello che ti pare come dice Tartaglia) avremmo
come spesa complessiva: spesa(24) = 2016 e allora X : 24 = 2520 : 2016 Il rapporto tra il costo del feltro e 24 é lo stesso del rapporto tra 2520 e 2016. Poiché 2520 é un po più
grande di 2016
possiamo dire che il feltro sará un po più caro di 24 ducati. Per vedere di quanto é più caro dobbiamo studiare il rapporto 2520:2016
confrontando meglio i due numeri: X=30 ducati. Naturalmente X poteva calcolarsi direttamente usando la regola delle tre cose, come veniva chiamata nelle scuole d'abbaco rinascimentali, che permetteva, note tre cose, di calcolare il quarto proporzionale: Nel nostro caso dunque la soluzione diventa La trattazione "moderna" avrebbe impostato il problema cercando prima di tutto di esplicitare loperatore lineare spesa(X) = kX calcolando la costante k, per poi applicare la "formula risolutiva".
Per calcolare k si opera su una "incognita" X (la cosa come diranno gli arabi o il tanto come dirà Bombelli)
trattandola come un numero, con tutte le regole che si usano sui numeri, ma senza attribuirle il "falso" valore 24 come abbiamo fatto prima.
Si otterrebbe quindi, usando ora le tecniche del calcolo letterale: spesa(X) = 84X loperatore spesa(X) consiste nel moltiplicare X per 84. Dunque il costo del feltro sará 2520/84 ducati cioé
30 ducati. scavo(12) = 31 + 36 = 67. Per la linearità dell'operatore X : 12 = 120 : 67 ecc. Concludiamo questa rassegna con questo strano problema |
![]() Tartaglia |
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Parliamo ora dell'approccio didattico di Bombelli alla matematica. Bombelli è un matematico bolognese del XVI secolo, lultimo di quella schiera di algebristi italiani ( Dal Ferro, Del Fior, Tartaglia, Cardano, Ferrari) ai quali si deve la scoperta delle formule risolutive per le equazioni algebriche di terzo e quarto grado. Autore di un trattato fondamentale Lalgebra, pubblicato nel 1572 a Bologna, Bombelli è anche importante per avere tradotto e diffuso lopera di Diofanto, matematico greco del III secolo d.C. e fondatore della teoria dei numeri, in quel periodo ritrovata presso la biblioteca Apostolica Vaticana a Roma. | Bombelli il primo traduttore di Diofanto |
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Lalgebra, descrive in modo completo le estensioni algebriche del campo dei razionali di
grado due, tre e quattro dando le regole del calcolo con i diversi tipi di radicali coinvolti, comprese le "formule di razionalizzazione dei denominatori".
I numeri irrazionali che, per loro natura,
non sono esprimibili come una grandezza numerica razionale con un numero finito di cifre, vengono indicati con una particolare simbologia,
già in uso in opere precedenti, che mette in luce la doppia valenza della notazione: un simbolo, una lettera con cui operare con le stesse
regole con le quali si opera sui numeri razionali, ma anche una grandezza un numero effettivo approssimabile con un qualche algoritmo di calcolo.
Questa bivalenza di astratto e concreto conduce in modo naturale alla considerazione delle estensioni del campo dei numeri razionali:
le estensioni di grado due, ad esempio, cioè i campi del tipo   ![]() ![]() | I radicali: simboli e quantità |
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Questa attitudine al calcolo coi radicali piuttosto consolidata allepoca, consentiva a Bombelli di
fare un passo in avanti fondamentale e molto ardito, quello di considerare anche espressioni del tipo
che Bombelli esprime a parole dicendo: più di meno via più di meno fa meno. Più di meno è il modo, lungamente pensato, sofferto col quale Bombelli battezza l'unità immaginaria.
I numeri complessi così introdotti, vengono utilizzati per risolvere il così detto caso irriducibile
per le equazioni di terzo grado, il caso in cui, nella formula risolutiva di Cardano comparivano delle quantità negative
sotto radicale, pur avendo lequazione una radice reale. Le quantità immaginarie, nel corso del calcolo algebrico, potevano
semplificarsi dando alla fine un risultato reale, a volte intero, come soluzione dellequazione. Malgrado questo successo,
lintroduzione dei numeri complessi e la rottura di questa doppia valenza del "numero", quantitativa e formale, a favore
di questultima, non fu certo facile. La coerenza dellaritmetica era fortemente fondata su quella della geometria euclidea
che forniva dimostrazioni certe, ma che permetteva di rappresentare solo grandezze numeriche reali e positive. Lo stesso Bombelli
esprime una qualche perplessità di fronte a questa sorta di Radice molto frequente nello studio delle equazioni: | I "numeri" complessi | |
Ciò che aiuta Bombelli in queste pionieristiche ricerche è, credo, una sua attitudine mentale modernissima rispetto ai tempi,
che probabilmente si è formata dalla sua lettura dei classici greci, Diofanto in primo luogo, propensa a dare valore alla matematica
in quanto disciplina teorica. Nel libro terzo interamente dedicato a presentare una collezione di problemi (sono 272) non propone, come i suoi predecessori o contemporanei, problemi aritmetici pratici ... sotto il velame di attioni o negotij humani ... comè di vendite, compere, restitutioni, permute, cambij, interessi, defalcationi, leghe di monete, di metalli, pesi, compagnie e con perdita e con guadagno, giochi e simili altre infinite attioni e operationi humane, come in detti scrittori a pieno più minutamente se vede... ma dichiara apertamente che di ogni disciplina si debba insegnare ... la Teorica e non la pratica, pensandosi che la capacità dello intelletto umano debbia poi essere tale chegli per sè debbia, possedendo la Teorica, venire alluso della pratica, e maggiormente nelle discpline Matematiche, perché versando elle (come si sa) nelle speculazioni, credere si deve che il professore speculativo sarà... | La matematica come disciplina teorica |
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Questa scelta, anche didattica, molto decisa contrappone, in un certo senso, Bombelli agli agebristi di ispirazione araba e
rinascimentale aprendo la via a una nuova Algebra decisamente più formale. Lincognita viene introdotta insieme a un simbolo
con cui indicarla e con cui indicare le sue potenze e con lincognita, cioè con questo simbolo, si opera come si opera coi
simboli che denotano i radicali, mantenedo ferme le proprietà formali dellaritmetica. Nascono in questo modo i polinomi e
le funzioni razionali e Bombelli indica il modo con cui sommare, sottrarre, moltiplicare e dividere queste nuove entità tra
loro. Nasce il campo   R(X).
Anche le equazioni di primo grado non vengono più trattate col metodo della falsa posizione ma ridotte alla forma
aX = b e risolte con la formula:
Dice testualmernte Bombelli | Le equazioni lineari in Bombelli |
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Riportiamo, per esemplificare lapproccio didattico di Bombelli, i primi esempi che lui indica.
Primo esempio:
4X = 20 applicando la formula si ottiene X=5. 16-2X = 8 come prima cosa lievisi il -   e questo si può fare 16 = 8 + 2X bisogna ora sommare i termini simili, della stessa natura, 2X = 8 e quindi, applicando la regola, si ottiene X=4.
| Gli esempi di Bombelli di equazioni di primo grado | |
A questo punto Bombelli aggiunge delle dimostrazioni che consentono di "costruire" la soluzione con un metodo
geometrico. Non è chiaro se lui reputi o meno necessarie queste dimostrazioni e si accontenti del contesto algebrico: | Il punto di vista geometrico |
Per il
teorema dello gnomone,
larea del rettangolo
grigio è uguale allarea del rettangolo azzurro quando la diagonale inconta la verticale.
In questa posizione,
il segmento rosso rappresenta il lato del tettangolo equivalente a b che stiamo cercando. La figura animata permette, agendo sui punti rossi, di modificare i dati iniziali a e b . Si può osservare che, tenendo fisso b e aumentando il coefficiente a di X, la soluzione diventa sempre più piccola mentre se a tende a zero la soluzione diventa sempre più grande. Questa animazione mostra il corrispettivo geometrico dell'operazione di divisione La successiva figura animata fornisce un metodo geometrico per eseguire la divisione di due grandezze numeriche reali e positive a e b assegnate. Si fissa un segmento come unità di misura (due quadretti) in modo che a e b possano essere espressi come lunghezze di due segmenti rispetto a quella unità. |
Le dimensioni dei due segmenti puossono essere modificate agendo sui punti rossi. L'equazione aX = b
viene scritta dal programma con i valori dei parametri scelti e la soluzione X, il segmento rosso verticale, è costruito seguendo le indicazioni
di Bombelli. Anche Bombelli nel libro terzo della sua Algebra, come abbiamo detto, propone una lunga serie di esercizi, ma la scelta didattica e metodologica è completamente diversa da quella di Tartaglia. I problemi non si riferiscono in nessun caso a fatti concreti ma restano nell'ambito teorico proprio dell'algebra. Per esemplificare il differente approccio didattico, proponiamo uno stesso problema proposto da Tartaglia e da Bombelli in due modi completamente diversi. Problema 82 (Tartaglia) Duoi altri vuoleno comperar un caval turco che val $ 120, ma niuno di loro ha tanti denari che per se solo lo possi comperare, onde il primo dice al secondo. Se io avesse un terzo dei tuoi dinari insieme con li miei potria precisamente pagar tal cavallo, rispose il secondo al primo dicendo, & io dico se avesse un quarto dei tuoi denari insieme con li miei potria anchora io pagar precisamente tal cavallo. Si dimanda quanti denari avea ciascun di loro. Problema 63 (Bombelli) Facciasi di 50 due parti tali che la metà della seconda gionta alla prima faccia quanto il terzo della prima gionto con la seconda |
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