Lezioni di Geometria Franco Ghione |
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Equazioni di un piano nello spazio euclideo tridimensionale
Per trovare le relazioni algebriche che debbono verificare le coordinate dei punti che appartendono ad un piano,
come abbiamo fatto per la sfera, dobbiamo trovare una proprietà geometrica, traducibile in termini di vettori, che caratterizzi tutti e soli i punti di un piano.
Un primo modo per fare questo consiste nel descrivere i punti di un piano come l'insieme delle combinazioni lineari di due vettori indipendenti applicati ad uno stesso
punto. Questa strada conduce alle così dette equazioni parametriche di un piano. Un seondo modo descrive invece i punti di un piano
tramite i vettori perpendicolari ad un fissato vettore applicati in uno stesso punto. Questo secondo metodo conduce alla equazione cartesiana di un piano.
Seguiamo ora in tutti i dettagli queste due strade.
Scrivendo questa relazione usando le coordinate che abbiamo introdotto troviamo, tenendo conto della
formula 1
= (au1 + bv1)i + (au2 + bv2)j + (au3 + bv3)k) Poiché un vettore si scrive in modo unico come combinazione lineare di vettori di una base, da questa relazione troviamo le equazioni: |
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![]() Si deve però fare attenzione al diverso significato dei simboli: le prime due colonne rappresentano le coordinate dei punti
P ed A nel sistema diriferimento (O,i,j,k), mentre le seconde due rappresentano le componenti dei vettori u e v
nella base i,j,k. ![]()
Per scrivere le equazioni parametriche di questo piano dobbiamo trovare un suo punto (e questo può essere il punto A = (1,0,0)
che già conosciamo) e due vettori indipendenti paralleli al piano. Questi possono essere u = -i + k e j. Le equazioni
si ottengono allora sostituendo i 9 valori noti (le tre coordinate di A e le sei componenti dei vettori u e j) nelle equazioni precedenti.
Troviamo così ![]()
Al variare dei due parametri a e b troviamo tutti e soli i punti del piano. Ad esempio il punto (0,3,1) appartiene al piano perché si
ottiene per a=1 e b=3, mentre il punto (1,1,1) non appartiene al piano perché non è possibile ottenerlo dalle equazioni precedenti,
qualunque sia la scelta di a e b. ![]()
Supponiamo che A abbia le coordinate A = (x1,y1,z1) e che
u = ai + bj + ck. Un generico punto P = (x,y,z) definisce un vettore AP ortogonale ad
u se e solo se
Cioé se e solo se ax + by + cz = ax1 + by1 + cz1. Se indichiamo con d la quantità nota
ax1 + by1 + cz1 otteniamo la |
ax + by + cz = d | (equazione cartesiana di un piano) |
Esempio Scriviamo l'equazione cartesiana del piano che abbiamo considerato nell'esempio precedente. Dobbiamo prima di tutto trovare un vettore perpendicolare al piano: un tale vettore è, ad esempio il vettore i + k che è ortogonale a -i + k e a j. Come punto possiamo ancora prendere il punto A = (1,0,0). L'equazione cartesiana del piano diventa allora
I punti le cui coordinate verificano l'equazione sono punti del piano e, viceversa, quelli che non la verificano non sono punti del piano.
Vediamo anche in questo modo che il punto (0,3,1) appartiene al piano mentre il punto (1,1,1) non appartiene al piano. |