Corso di Laurea in Informatica
a.a 2024-2025 - secondo semestre
Diario delle lezioni del corso - da 6 CFU - di
GEOMETRIA ed ALGEBRA
(elencate in ordine cronologico inverso)
DOCENTE: Fabio Gavarini
ORARIO delle LEZIONI (inizio 5 Marzo 2025)
Tutore: Elisa Scattone
Orario del tutorato - prima volta: Martedì 25 Marzo, h. 14:00-16:00, aula T7
a seguire (dall'1 Aprile): Martedì h. 11:00-13:00, aula 13
(il programma definitivo sarà postato alla fine del corso)
BIBLIOGRAFIA:
[A] - Marco Abate, Algebra lineare, McGraw-Hill Libri Italia srl, Milano, 2000
oppure
[AD] - Marco Abate, Chiara De Fabritiis, Geometria analitica con elementi di algebra lineare, McGraw-Hill Libri Italia srl, Milano, 2006
(( N.B.: esistono innumerevoli altri libri, o dispense universitarie, che possono andar bene come supporto - totale o parziale - allo studio del programma trattato in questo corso; in ogni caso, i testi qui indicati saranno quelli a cui il docente farà sempre riferimento, e ai quali si rifanno le indicazioni bibliografiche citate nel presente diario - tra i due, il primo è più corto ma comunque sufficiente - il secondo tratta anche materiale al di là del programma di questo corso ))
Materiale didattico vario relativo al corso
Esercizi di Algebra Lineare (C. Carrara) - disponibile on-line
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QUATTORDICESIMA LEZIONE - 24 Aprile 2025:
Il rango di una matrice A, definito come rg(A) := rg(TA) . Il rango di una matrice è il massimo numero di sue colonne tra loro linearmente indipendenti.
Proposizione: Se A è una matrice di forma l × n , allora rg(A) ≤ min(l,n) .
Teorema della Dimensione: Se T è una funzione lineare da V a W, allora dim(Ker(T)) + dim(Im(T)) = dim(V) , o dim(Ker(T)) + rg(T) = dim(V) .
Corollario: Se T è una funzione lineare da V a W, allora
(1) T è suriettiva ⇔ rg(T) = dim(W) ;
(2) T è iniettiva ⇔ rg(T) = dim(V) ;
(3) se dim(V) = dim(W) , allora T è suriettiva ⇔ T è biiettiva ⇔ T è iniettiva.
Teorema di Struttura: (N.B.: la parte (2) è applicazione diretta della parte (1) al caso particolare V := Kn, W := Kl, T := LA , w0 := b , v0 := α )
(1) Sia T una funzione lineare da V a W, sia w0 ∈ W e v0 ∈ T -1(w0) . Allora T -1(w0) = v0 + Ker(T) .
(2) Sia A una matrice l×n a coefficienti in K, sia b ∈ Kl e α ∈ Kn tale che Aα = b . Allora
{ soluzioni del sistema ⊛: Ax = b } = α + { soluzioni del sistema omogeneo (associato) ⊛0: Ax = 0 } .
Teorema di Rouché-Capelli: Un sistema lineare Ax = b ha soluzioni ⇔ rg(A) = rg(A|b) . Inoltre, una tale soluzione (se esiste) è unica ⇔ rg(A) è uguale al numero di incognite del sistema.
Matrici a scala e loro pivot; sistemi lineari a scala.
Lemma: Sia S una matrice a scala, r il numero dei suoi pivot, S j1 , ... , S jr le colonne in cui stanno tali pivot. Allora
(1) {S j1 , ... , S jr} è base di Im(S) , (2) rg(S) = r , (3) Im(S) = { y ∈ Kl | yr+1 = ... = yl = 0 } .
Bibliografia: [A] Capitolo 5, paragrafi 1-2; Capitolo 6, paragrafo 1 / [AD] Capitolo 5, paragrafi 1-2; Capitolo 6, paragrafo 1
TREDICESIMA LEZIONE - 23 Aprile 2025:
La funzione lineare TA da uno spazio V di dimensione n ad uno spazio W di dimensione l - in termini di basi fissate in V e in W - associata ad una matrice A di forma l×n a coefficienti in K.
La matrice AT di forma l×n a coefficienti in K associata ad una funzione lineare T da uno spazio V di dimensione n ad uno spazio W di dimensione l - in termini di basi fissate in V e in W.
Teorema: Le funzioni Ml,n(K) ⟶ HomK(V,W) , A ↦ TA , e HomK(V,W) ⟶ Ml,n(K) , T ↦ AT , sono isomorfismi di spazi vettoriali, inversi l'uno dell'altro. In particolare, gli spazi vettoriali HomK(V,W) e Ml,n(K) sono isomorfi l'uno all'altro.
L'immagine Im(T) := T(V) e il nucleo Ker(T) := T -1(0W) di una funzione lineare T da V a W.
Proposizione: Se T è una funzione lineare da V a W, allora
(a) Im(T) è sottospazio vettoriale di W ,
(b) Ker(T) è sottospazio vettoriale di V ,
(c) T è suriettiva ⇔ Im(T) = W ,
(d) T è iniettiva ⇔ Ker(T) = {0V} .
Lemma: Se T è una funzione lineare da V a W, e V è generato dai vettori g1 , ... , gn , allora Im(T) è generato dai vettori T(g1) , ... , T(gn) .
Il rango rg(T) di una funzione lineare T .
Proposizione: Se T è una funzione lineare da V a W, con dim(V) = n e dim(W) = l , allora rg(T) ≤ min(l,n) .
Bibliografia: [A] Capitolo 5, paragrafi 1-2; Capitolo 7, paragrafo 1 / [AD] Capitolo 5, paragrafi 1-2; Capitolo 7, paragrafo 1
DODICESIMA LEZIONE - 17 Aprile 2025:
Applicazioni dell'E.G.: Un insieme di n vettori in Kn è una base ⇔ la matrice quadrata che ha per colonne tali vettori è non singolare.
Funzioni lineari (o "trasformazioni lineari", o "(omo)morfismi") tra spazi vettoriali; esempi, controesempi, proprietà elementari.
La funzione σv1,...,vn (che produce le combinazioni lineari dei vettori v1 , ... , vn in V) è lineare. La funzione LA da Kn a Kl associata ad una matrice A di taglia l×n è lineare.
Esercizio: l'insieme HomK(V,W) di tutte le funzioni lineari da V a W è sottospazio vettoriale dello spazio vettoriale WV di tutte le funzioni da V a W.
Lemma: La composizione di funzioni lineari è a sua volta lineare.
Isomorfismi tra spazi vettoriali; spazi vettoriali isomorfi.
Lemma: L'applicazione inversa di un isomorfismo tra spazi vettoriali è a sua volta un isomorfismo.
Proposizione: Esiste 1! funzione lineare da V a W che assuma valori prefissati (arbitrariamente) sui vettori di una base assegnata di V. In particolare, se due funzioni lineari da V a W coincidono su una base di V, allora esse sono uguali.
Proposizione: Date due matrici A' e A" della stessa forma l×n, e dette LA' e LA" le corrispondenti funzioni lineari da Kn a Kl, si ha LA' = LA" ⇔ A' = A" .
Bibliografia: [A] Capitolo 5, paragrafo 1 / [AD] Capitolo 5, paragrafo 1
UNDICESIMA LEZIONE - 16 Aprile 2025:
L'Algoritmo di Eliminazione (o "di Triangolarizzazione") di Gauss (=E.G.) per matrici quadrate e per sistemi lineari quadrati.
I pivot di una matrice quadrata. Matrici singolari, matrici non singolari.
Proposizione: L'algoritmo di E.G. trasforma un sistema quadrato in uno triangolare (superiore/inferiore) equivalente.
Teorema: Un sistema lineare quadrato ha una e una sola soluzione ⇔ i pivot della sua matrice dei coefficienti (comunque siano stati calcolati) sono tutti diversi da zero ⇔ la sua matrice dei coefficienti è non singolare.
Sistemi lineari simultanei. Risoluzione di sistemi simultanei quadrati tramite l'algoritmo di E.G.: strategia, esempi espliciti.
Bibliografia: [A] Capitolo 3, paragrafo 3 / [AD] Capitolo 3, paragrafo 3
DECIMA LEZIONE - 10 Aprile 2025:
Sistemi di equazioni lineari: generalità, formalismo matriciale. Sistemi lineari equivalenti.
Matrici quadrate, matrici triangolari (superiori o inferiori); sistemi quadrati, sistemi triangolari (superiori o inferiori). Esempi di risoluzione di un sistema triangolare.
Proposizione: Per un sistema lineare triangolare, esiste una e una sola soluzione ⇔ i termini diagonali della matrice dei coefficienti sono tutti non nulli.
Algoritmo generale di risoluzione di un sistema lineare triangolare.
Operazioni elementari sui sistemi lineari (e sulle matrici).
Proposizione: Ogni operazione elementare trasforma un sistema in un altro equivalente al primo.
Corollario: Se da un sistema lineare se ne ottiene un altro tramite una successione finita di operazioni elementari e/o di permutazioni delle equazioni, il nuovo sistema così ottenuto è equivalente a quello iniziale.
Bibliografia: [A] Capitolo 3, paragrafi 1, 2, 3 / [AD] Capitolo 3, paragrafi 1, 2, 3
NONA LEZIONE - 9 Aprile 2025:
Teorema (del Completamento / di Scambio): Sia B = {v1 , ... , vn} una base di uno spazio vettoriale V, e sia L = {w1 , ... , wp} (con p ≤ n) un insieme di vettori linearmente indipendenti in V. Allora esistono vettori vj1 , ... , vjn-p in B tali che {w1 , ... , wp , ... , vj1 , ... , vjn-p} sia una base di V.
Corollario (equicardinalità delle basi): Tutte le basi di uno stesso spazio vettoriale hanno lo stesso numero di elementi.
Definizione: Se uno spazio vettoriale V ha una base (finita), si dice dimensione di V il numero di elementi di una sua qualunque base.
Corollario: Sia dim(V) = n . Allora:
(a) se q vettori sono linearmente indipendenti, allora è necessariamente q ≤ n ;
(b) q qualsiansi vettori linearmente indipendenti di V formano una base di V ⇔ q = n .
(c) se p vettori generano V , allora p ≥ n ;
(d) p qualsiansi vettori di V che generino tutto V formano una base di V ⇔ p = n.
Proposizione: In uno spazio vettoriale V di dimensione finita, per ogni sottospazio W si ha:
(a) W ha dimensione finita, con dim(W) ≤ dim(V) ;
(b) dim(W) = dim(V) ⇔ W = V .
Bibliografia: [A] Capitolo 4, paragrafo 4 / [AD] Capitolo 4, paragrafo 4
OTTAVA LEZIONE - 3 Aprile 2025:
Sottoinsiemi massimali di vettori linearmente indipendenti (in uno spazio vettoriale).
Proposizione: Un insieme (finito) di vettori B di V è base ⇔ B è insieme massimale di vettori indipendenti in V.
Sistemi minimali di generatori (di V).
Esercizio (per casa): Un insieme (finito) di vettori B di V è base ⇔ B è sistema minimale di generatori di V.
Lemma: Se Span(B) contiene un sistema di generatori di V, allora B stesso è a sua volta un sistema di generatori di V.
Proposizione: Se A è un sistema finito di generatori di V e B è un sottoinsieme massimale in A di vettori linearmente indipendenti, allora B stesso è una base di V.
Teorema (esistenza delle basi): Se V ha un sistema (finito) di generatori di V, allora esiste una base (finita) di V.
Esercizi varî sulle combinazioni lineari e sulla (in)-dipendenza lineare di vettori in V := Kn.
Bibliografia: [A] Capitolo 4, paragrafo 4 / [AD] Capitolo 4, paragrafo 4
SETTIMA LEZIONE - 2 Aprile 2025:
Dipendenza e indipendenza lineare di vettori in uno spazio vettoriale: definizione, casi speciali.
Proposizione: I vettori v1 , ... , vn sono linearmente indipendenti ⇔ uno di tali vettori può essere espresso come combinazione lineare degli altri.
Applicazione: Un sistema lineare omogeneo ha (almeno) una soluzione non banale ⇔ le colonne della matrice dei coefficienti sono linearmente dipendenti.
Proposizione: I vettori v1 , ... , vn sono linearmente indipendenti ⇔ la funzione σv1,...,vn è iniettiva.
Base (finita) di uno spazio vettoriale: definizione, esempi, controesempi. La base canonica in Kn; la base "canonica" nello spazio k[x]≤ d dei polinomi di grado al più d.
Proposizione: I vettori v1 , ... , vn formano una base ⇔ la funzione σv1,...,vn è biiettiva.
Coordinate di un vettore rispetto a una base fissata.
Bibliografia: [A] Capitolo 4, paragrafo 3 / [AD] Capitolo 4, paragrafo 3
SESTA LEZIONE - 27 Marzo 2025:
Combinazione lineare di n vettori in uno spazio vettoriale. L'applicazione σv1,...,vn da Kn a V che associa a ogni stringa di scalari la combinazione lineare dei vettori v1 , ... , vn con coefficienti quegli stessi scalari.
Lemma: L'insieme Span(v1 , ... , vn) di tutte le combinazioni lineari dei vettori v1 , ... , vn in V - cioè l'immagine della funzione σv1,...,vn - è un sottospazio vettoriale di V, detto "sottospazio generato da v1 , ... , vn".
Sistemi di generatori di uno spazio vettoriale V: i vettori v1 , ... , vn formano un sistema di generatori di V se Span(v1 , ... , vn) = V .
Sistemi di equazioni lineari (o "sistemi lineari"); caso generale, caso omogeneo.
Matrici; formalismo matriciale per sistemi di equazioni lineari.
Fatti: (1) L'insieme delle soluzioni di un sistema omogeneo in n incognite è un sottospazio vettoriale dello spazio vettoriale Kn.
(2) Un sistema lineare ha soluzioni ⇔ la colonna dei termini noti del sistema appartiene al sottospazio generato dalle colonne della matrice dei coefficienti.
Bibliografia: [A] Capitolo 4, paragrafi 1-2 / [AD] Capitolo 4, paragrafi 1-2
QUINTA LEZIONE - 26 Marzo 2025:
I campi; definizione, esempi finiti, esempi infiniti, controesempi.
Spazi vettoriali su un campo.
Esempi di spazi vettoriali:
(1) lo spazio VO dei vettori applicati in un punto O (della retta, del piano o dello spazio);
(2) ogni campo è spazio vettoriale su sé stesso;
(3) se K è un campo, ogni prodotto cartesiano V := Kn è spazio vettoriale su K rispetto alla somma componente per componente e al prodotto che moltiplica uno scalare per ciascuna componente di una n-pla;
(4) lo spazio vettoriale VE di tutte le funzioni da un insieme E a uno spazio vettoriale V;
(5) lo spazio vettoriale K[x] dei polinomi in un a variabile x a coefficienti in un campo K.
Sottospazi vettoriali di uno spazio vettoriale.
Osservazione: Ogni sottospazio vettoriale W di uno spazio vettoriale V è a sua volta uno spazio vettoriale rispetto alla restrizione a W delle operazioni di V.
Esempi e controesempi di sottospazi vettoriali:
(1) le funzioni reali continue nell'intervallo reale (a,b) formano un sottospazio vettoriale C0(a,b) dello spazio vettoriale R(a,b) di tutte le funzioni reali definite nell'intervallo (a,b);
(2) le funzioni derivabili nell'intervallo (a,b) formano un sottospazio vettoriale dello spazio C0(a,b), e quindi anche dello spazio R(a,b);
(3) il sottoinsieme Inf(R) delle successioni infinitesime è un sottospazio vettoriale dell'insieme Conv(R) delle successioni convergenti, che a sua volta è un sottospazio dello spazio vettoriale RN di tutte le successioni reali;
(4) i sottospazi dei polinomi di grado limitato nello spazio vettoriale K[x];
(5) l'insieme delle successioni divergenti non è un sottospazio vettoriale dello spazio RN di tutte le successioni (reali);
(6) l'insieme dei polinomi di grado fissato in K[x] non è un sottospazio vettoriale dello spazio K[x].
Bibliografia: [A] Capitolo 4, paragrafo 1 / [AD] Capitolo 4, paragrafo 1
QUARTA LEZIONE - 20 Marzo 2025:
Contenuto della lezione:
Coordinate di un vettore e/o di un punto rispetto a un riferimento affine fissato.
Trasformazione delle coordinate rispetto alle operazioni sui vettori: le operazioni tra vettori (addizione e moltiplicazione per uno scalare) corrispondono ad analoghe operazioni tra le coordinate dei vettori, con analoghe proprietà.
Equazioni parametriche di una retta (nel piano o nello spazio) e di un piano (nello spazio).
Esercizi varî su rette e piani nello spazio, svolti mediante l'uso di equazioni parametriche: questioni di intersezione, parallelismo, incidenza, inclusione, etc.
Bibliografia: [A] Capitolo 2, esercizi / [AD] Capitolo 2, esercizi
TERZA LEZIONE - 19 Marzo 2025:
Contenuto della lezione:
Equazione vettoriale di una retta, nel piano o nello spazio; vettore direttore di una retta. Equazione vettoriale della retta per due punti distinti.
Equazione vettoriale di un piano nello spazio; vettori di giacitura di un piano. Equazione vettoriale del piano per tre punti non allineati.
Condizioni di parallelismo o incidenza tra due rette nel piano in termini di equazioni vettoriali. Condizioni di complanarità (parallelismo o incidenza) o di sghembità tra due rette nello spazio in termini di equazioni vettoriali.
Condizioni di parallelismo, incidenza, o inclusione tra retta e piano (nello spazio euclideo) in termini di equazioni vettoriali.
Bibliografia: [A] Capitolo 2, paragrafi 2-3 / [AD] Capitolo 2, paragrafi 2-3
SECONDA LEZIONE - 6 Marzo 2025:
Contenuto della lezione:
La moltiplicazione di un vettore applicato per un numero reale: definizione e proprietà fondamentali.
Riferimenti affini (nella retta, nel piano e nello spazio): coordinate di un vettore - o di un punto - relative a un riferimento affine.
Bibliografia: [A] Capitolo 2, paragrafi 1-3 / [AD] Capitolo 2, paragrafi 1-3
PRIMA LEZIONE - 5 Marzo 2025:
Contenuto della lezione:
Considerazioni generali sul corso, modalità d'esame, ecc.
Richiami di geometria euclidea: punti, rette, piani, spazio. Inclusione, intersezione, parallelismo tra tali enti; rette complanari, rette sghembe.
Vettori (orientati) applicati in un punto - nella retta, nel piano, nello spazio.
L'operazione di somma tra vettori applicati, e sue proprietà fondamentali: l'insieme dei vettori orientati con la somma è un gruppo commutativo.
Bibliografia:
[A] Capitolo 1 - Capitolo 2, paragrafo 1 / [AD] Capitolo 1 - Capitolo 2, paragrafo 1