Sia x un
valore fissato della variabile spaziale (in altre parole, x rappresenta un pixel se il segnale è
l’intensità di colore in una riga di pixel di un’immagine
fotografica, oppure un tempo se il segnale è un segnale musicale). Denotiamo
con dx la distribuzione impulsiva (delta di
Dirac) centrata al punto x.
Rammentiamo che se si moltiplica la distribuzione dx per la funzione f, il risultato è il multiplo di dx dato dalla moltiplicazione per il numero f(x): cioè f dx = f(x) dx (per maggiori dettagli si veda il corso di Analisi Armonica, capitolo 8). Da questo
fatto segue immediatamente che campionare un segnale equivale a moltiplicarlo
nel dominio dello spazio con una distribuzione treno di impulsi (comb): la distribuzione treno di impulsi è
la serie delle delta di Dirac centrate ai punti del campionamento. In altre
parole, questa distribuzione differisce dalla funzione zero solo ai punti del
campionamento, e la si può approssimare con una serie di funzioni impulsive -in
inglese spike- (cioé di funzioni
non negative, di integrale 1 e col grafico “alto e stretto”). I
termini della serie approssimante sono traslati equispaziati (di passo dato dal
passo di campionamento 1/(2wc) di una funzione spike ht, maggiore o uguale
a zero, infinitamente derivabile, di integrale 1 e tale che, per ogni
intervallo arbitrariamente piccolo centrato ad uno dei punti del campionamento
e per ogni e positivo arbitrario, esiste un intervallo di ampiezza t tale che l’integrale
della corrispondente funzione spike ht vale su quell’intervallo
più di 1 – e purché t sia sufficientemente piccolo. La serie approssima il treno di impulsi al
tendere di t a 0.
Rammentiamo qui alcuni risultati dimostrati nel corso di Analisi Armonica. La trasformata discreta di Fourier di una distribuzione
treno di impulsi con i “denti” (cioé le delta di Dirac che la
compongono) spaziati di passo t è un altro treno di impulsi con i denti spaziati di 1/t. Questo segue da due
risultati preliminari: il fatto che il treno di impulsi di passo 1 coincide con
la sua trasformata di Fourier nel senso delle distribuzioni (formula di somma di Poisson, corso di Analisi Armonica, capitoli 7 e 9), e la regola
di dilatazione per la trasformata di Fourier (corso di Analisi Armonica, capitolo 5). Poiché la moltiplicazione nel dominio del
tempo corrisponde a una convoluzione nel dominio della frequenza, la
trasformata di Fourier del segnale campionato è la convoluzione della
trasformata di Fourier della distribuzione treno di impulsi con il segnale
originale. Il risultato è la replica iterata dello spettro di Fourier
originale, cioè una successione di copie replicate e traslate dello spettro
originale. Infatti, come visto sopra, ciascun campione corrisponde a
moltiplicare il segnale originario per una delta di Dirac centrata
al’istante di campionamento: quindi la successione dei campioni
corrisponde alla moltiplicazione del segnale originale per una serie di delta
di Dirac equispaziate (un treno di impulsi nel dominio dello spazio). Ma
abbiamo detto che la trasformata di Fourier di questo treno di impulsi spaziali
è un altro treno di impulsi nel dominio della frequenza, via via più radi
quanto più fitti sono quelli originali nel dominio dello spazio, quindi una
serie di traslati di delta di Dirac. La moltiplicazione col treno di impulsi
nel dominio dello spazio corrisponde alla convoluzione con questo nuovo treno
di impulsi nel dominio della frequenza, cioè con questa successione di delta
equispaziate. Ma grazie ad un altro risultato del corso di Analisi Armonica (capitolo 8), la convoluzione con una delta
di Dirac centrata ad una frequenza, diciamo, w0 è una traslazione di passo w0.
Pertanto la trasformata di Fourier della successione dei campioni di passo t è una somma di traslati di
passo 1/ t della trasformata di Fourier del segnale originale. Se questa trasformata
aveva supporto da - wc a wc ed il passo di campionamento è minore o uguale di 1/ ws = 1/(2 wc), allora queste copie replicate sono separate fra loro di almeno 2 wc, cioè
la lunghezza del loro supporto, e quindi non si sovrappongono. In tal caso la
serie che ci dà la trasformata di Fourier della successione dei campioni non è
altro che una successione di repliche a supporto disgiunto dello spettro
originario.