Matematica discreta 2 Complementi ed esercizi dell'Unità 6. |
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Trasformazioni lineari tra spazi vettoriali Il modo in cui la matrici entrano prepotentemente nella matematica è
la loro duttilità nel descrivere un certo tipo di trasformazioni, quelle lineari, che attraverso l'algebra delle matrici possono essere
"misurate" e poi sommate e moltiplicate come fossero numeri. ![]() In tutto questo paragrafo x sarà pensato come un vettore colonna a n componenti e il prodotto Ax va inteso come un prodotto
tra la matrice A di m righe e n colonne e la matrice x di n righe e una colanna. Il prodotto risultante è una matrice di m righe e una colonna
che pensiamo come un vettore colonna di Rm. Scrivendo la formula precedente componente per componente e indicando con y =
LA(x)
il trasformato di x, abbiamo, con ovvio significato dei simboli ![]() Osserviamo intanto che se B è una seconda matrice con p righe e m colonne in modo che il prodotto di matrici B.A sia definito,
allora la trasformazione LB.A associata al prodotto è la composizione delle due trasformazioni: si trasforma il vettore x di
Rn nel vettore y = LA(x) di Rm e questo vettore si trasforma, a sua volta, nel vettore z
= LB(y)
il risultato che si ottiene, essendo il prodotto di matrici associativa, è lo stesso vettore ottenuto trasformando direttamente x con LB.A.
Abbiamo infatti In formule Altre proprietà dell'algebra delle matrici si traducono, in questo contesto, in significative proprietà della trasformazione
associata. Abbiamo in particolare, per ogni scelta dei vettori x e x' in Rn e per ogni scalare a in R (2) LA(ax) = a LA(x) come è facile verificare tenendo conto di come abbiamo definito LA(x). ![]() cioè, in generale, l'immagine dell'i-esimo vettore ei della base canonica di Rn è la i-esima
colonna ci della matrice A Poichè ogni vettore x di Rn si scrive come combinazione lineare dei vettori della base canonica, usando le proprietà
(1) e (2), possiamo facilmente calcolarne l'immagine. Supponiamo che sia x = x1e1 +
x2e2 + ... + xnen, abbiamo ![]() Questo calcolo mostra che l'immagine LA(x) di ogni vettore di Rn è una combinazione lineare delle colonne della matrice A. Se denotiamo con Im LA in sottospazio di Rm costituito da tutte le immagini, tramite LA, dei vettori x di Rn abbiamo la seguente importante descrizione: Esempio ![]() A definisce una trasformazione LA di R3 in R4 che trasforma il vettore colonna x di R3 nel vettore colonna y = A.x di R4; l'immagine, ad esempio, del vettore e1 - e2 + 2e3 si calcola facendo il prodotto ![]() L'immagine di LA è il sottospazio di R4 generato dalle tre colonne di A. Poichè la terza colonna è la somma delle prime due, abbiamo che In particolare LA(e1 - e2 + 2e3) =
c1 - c2 + 2c3 =
3c1 + c2 è combinazione lineare delle prime due colonne di A. (2) L(ax) = a L(x) per ogni scelta dei vettori x e x' in V e per ogni scalare a in K. e dunque possiamo calcolare L(v) conoscendo le componenti x1, x2, ... , xn di v e le immagini
in W L(e1), L(e2), ... , L(en) dei vettori della base. possiamo modificare col mouse i vettori L(i) = e , L(j) = f. Fissati questi due vettori
possiamo calcolare L(OP) per un generico vettore OP (che possiamo modificare agendo su P), calcolando le componenti orizzontale e
verticale
di OP e riportando proporzionalmente tali componenti lungo e ed f. Precisamente, se ad esempio 2 i
è la componente orizzontale di
OP, possiamo calcolare la sua immagine 2 L(i) = 2 e disegnado il vettore 2 e e ugualmente per la componente verticale.
Nella figura animata possiamo anche
vedere l'immagine di una generica circonferenza (rossa) a seconda della scelta dei vettori e ed f.
= x1L(e1) + x2L(e2) + .. +xnL(en) = x1c1 + x2c2 + ... + xncn Formiamo ora la matrice A che ha come colonne i vettori c1, c2, ... , cn
di Rm. Otteniamo una matrice di m righe e n colonne che definisce quindi una applicazione lineare LA di Rn in
Rm. Poichè, come abbiamo visto sopra, LA(x) =
x1c1 + x2c2 + ... + xncn = L(x) per ogni x di
Rn abbiamo che le due trasformazioni coincidono, cioè L = LA.
Le considerazioni precedenti possono estendersi al caso di due spazi vettoriali qualsiasi di dimensione finita. Anche in quel caso è possibile
descrivere una
trasformazione lineare di V in W tramite delle matrici. La differenza rispetto al caso precedente è che ora non abbiamo a disposizione una base, come
la base canonica, da cui partire. In generale uno spazio vettoriale ammette infinite basi e per poter descrivere con una matrice la trasformazione lineare occorre,
innanzi tutto, scegliene una e questa scelta il più delle volte non è univoca e può essere fatta in modi diversi. Per questo, in generale,
parliamo di matrice associata a una data trasformazione lineare rispetto a due basi fissate, una di V e l'altra di W, cambiando le basi, cambia la matrice.
La matrice che abbiamo costruito descrive esattamente la trasformazione lineare L nel senso che il generico vettore v di V viene trasformato da L nel
vettore w di W le cui componenti nella base C si ottengono moltiplicando per M
B,C(L) le componenti di v nella base B. In altri termini se dove, indicando con x e con y i vettori colonna le cui componenti sono xi (i=1,2,...,n) e yj (j=1,2,...,m), dove A . x è il prodotto della matrice A = M B,C per il vettore
numerico formato dalle componenti di v. ![]() e sia L l'applicazione lineare di V in V che trasforma il vettore (x1,x2,x3,x4,x5) nel vettore (x3,x4,x1,x2,x5). Vogliamo innanzi tutto trovare una base B di V e poi la matrice MB,B associata a L in tale base. Si vede facilmente, risolvendo il sistema ![]() che dim V = 2 e che una sua base è formata dai vettori ![]() Dunque V = Span(u,v) e possiamo scegliere come base di V la base B =
{u,v}. La matrice che cerchiamo è dunque una matrice 2x2 e le sue colonne si calcolano trasformando con L i vettori
u e v e scrivendo il risultato come combinazione lineare di u e v. Poichè L((x1,x2,
x3,x4,x5)) =
(x3,x4,x1,x2,x5), abbiamo L((1,-1,-1,1,0)) = (-1,1,1,-1,0) e
L((-1,1,0,0,1))= (0,0,-1,1,1) e dunque L(v) = u + v e quindi la matrice associata a L nella base u e v è ![]() Osserviamo che se w è il vettore colonna che ha come componenti (0,0,-1,1,1) anche i vettori v e w
formano una base si V e, chiamando C = {v , w} questa secona base, possiamo calcolare,
per esercizio,
le matrici MB,C, MC,C,
MC,B. Poichè L(v) = w la matrice associata MB,C è ![]() Analogamente le matrici MC,C e MC,B sono, rispettivamente ![]() Osserviamo che la matrice MC,B è la matrice inversa della matrice MB,C e che la matrice MC,C sembra più semplice delle altre. In conclusione una stessa trasformazione lineare può rappresentarsi con diverse matrici a seconda di come vengono scelte le basi e si pone il problema, che sarà parzialmente risolto più avanti, di trovare il modo per scegliere intelligentemente la base di V: più la matrice che rappresenta la trasformazione è semplice più sarà facile studiare la trasformazione stessa, ad esempio valutarne asintoticamente le sue iterate. Esercizi |