Matematica discreta 2 Complementi ed esercizi dell'Unità 11. |
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Quadriche a centro e loro forma canonica. Le considerazioni che ci hanno portato alla classificazione
delle coniche a centro si estendono senza difficoltà se le variabili in gioco sono tre invece di due. Sia ora V lo spazio vettoriale formato dai
vettori geometrici dello spazio tridimensionale: V è di dimensione 3 ed è dotato di un prodotto scalare. Un operatore simmetrico
L di V in V definisce, come nel caso delle coniche, una quadrica a centro. Precisamente
cioè una sfera di centro O e raggio r. Per capire la forma geometrica di una quadrica a centro conviene, utilizzando il metodo analitico, introdurre un sistema di coordinate cartesiano, vedere quale relazione algebrica debbono soddisfare le coordinate di un punto P che appartiene alla quadrica e tentare di risolvere l'equzione risultante per trovare la disposizione nello spazio dei punti della quadrica. Fissiamo dunque una base ortonormale B = {i , j , k} di V e sia A la matrice associata a L in questa base. La matrice A è, come al solito, definita dalle seguenti relazioni: L(j) = a1,2i + a2,2j + a3,2k L(k) = a1,3i + a2,3j + a3,3k ![]() dato che L è un operatore simmetrico e B è una base ortonormale, a1,3 = i.L(k) = L(i).k = a3,1 a2,3 = j.L(k) = L(j).k = a3,2 la matrice A è simmetrica. Sia P = (x,y,z) un generico punto dello spazio, il punto P appartiene alla quadrica se e solo se OP.L(OP) = r2, cioè se e solo se Sviluppando il calcolo, come abbiamo fatto nel caso delle coniche, troviamo L'equazione di secondo grado in x,y,z che abbiamo trovato è l'equazione cartesiana della quadrica nel riferimento (O,i, j, k). Osserviamo che, viceversa, ogni equazione di secondo grado in x,y,z di quella forma, rappresenta una quadrica con centro in O. La matrice simmetrica, e quindi l'operatore L da cui proviene, si ottiene a partire dai coefficienti dell'equazione. L'elemento di posto i,j di questa matrice si calcola in modo che la matrice A così individuata restituisca l'equazione da cuisiamo partiti. Precisamente l'elemento di posto 1,1 è il coefficiente di x2, l'emento di posto 1,2 il coefficiente di xy diviso 2, quello di posto 1,3 il coefficiente di xz diviso 2 e di seguito gli altri seguendo il seguente schema nel quale il monomio indicato indica il coefficiente da inserire nella matrice A ![]()
Potremmo ora, per avere un'idea della forma della quadrica, tentare di calcolare un certo numero di soluzioni
(x,y,z) dell'equzione e rappresentare tali punti nello spazio. Questo metodo tuttavia, non è di facile realizzazione, non è molto preciso
ed è poco generale.
Se invece seguiamo la strada che abbiamo seguito nel caso delle coniche, le cose sono molto più facili. L(f) = mf L(g) = ng e quindi e.L (e) = e.(le) = l,   e.L (f) = e.(mf) = 0, ecc. ecc. e in definitiva, l'equazione della quadrica nelle nuove coordinate diventa = l(x')2 + m(y')2 + n(z')2 = r2 L'equazione che abbiamo trovato, non contenedo termini rettangolari è evidentemente più semplice da studiare. Possiamo, ad esempio, se n non è zero, risolvere l'equazione rispetto a z e descrivere la superficie attraverso due metà simmetriche rispetto al piano orizzontale x,y, una per valori positivi di z e l'altra per valori negativi ![]() Questo è infatti il metodo che viene usato dai programmi di grafica digitale coi quali è possibile rappresentare
in 3 dimensioni le superfici di equazione z = F(x,y) con una certa precisione.
Possiamo ora procere alla classificazione di tutte le quadriche a centro a partire dagli autovalori e dagli autovettori della matrice
simmetrica A. Ordiniamo nel seguito i tre autovettori e relativo a l , f
relativo a m, g relativo a n denotando, per semplificare la notazione, ancora
con x (anxich%egrave x'), y e z i tre assi definiti rispettivamente dagli autovettori e, f e g. ![]() dove abbiamo posto a2 = r2/l,
b2 = r2/m, c2 = r2/n. ![]() queste curve sono non vuote solo per h <|c|. Pe h=c abbiamo un solo punto il punto (0,0,c), quando h comincia a decrescere
abbiamo delle ellissi simili tra loro che diventano sempre più grandi. Per h=0 abbiamo l'ellissi maggiore. Per h<0 la sitazione si ripete
simmetricamente rispetto al piano x,y. ![]()
II caso (iperboloide a una falda) ![]() dove, analogamente al caso precedente, abbiamo posto a2 = r2/l,
b2 = r2/m, c2 = -r2/n. ![]() Nella figura abbiamo disegnato in rosso l'intersezione ella quadrica col piano y = 0 che è l'iperbole di equazione ![]() Nel caso in cui i due autovalori positivi sono uguali abbiamo a=b e le ellissi sono delle circonferenze. In questo caso
la superficie può essere anche generata ruotando l'iperbole rossa attorno all'asse delle z. ![]() dove, analogamente al caso precedente, abbiamo posto a2 = r2/l,
b2 = -r2/m, c2 = -r2/n. ![]() Anche ora, se i due autovalori negativi m e n sono uguali allora le ellissi sono delle circonferenze e l'iperboloide è ottenuto ruotando attorno all'asse x l'iperbole del piano degli assi x ,z (disegnata in rosso nella figura) di equazione ![]()
IV caso (ellissoide a punti immaginari) ![]() non ha nessuna soluzione reale e la superficie da essa definita è priva di punti. e questa equazione rappresenta un cilindro conico con l'asse parallelo all'asse delle z. Infatti se un punto
P0 = (x0,y0,0) del piano x,y appartine alla quadrica (cioè verifica
la sua equazione) anche tutti i punti P = (x0,x0,t) della retta per P0 parallela all'asse delle z, appartengono alla
quadrica, dal momento che, non comparendo z nella sua equazione, ne verificano l'equzione per ogni valore di t.
VI caso (quadriche doppiamente degeneri) che rappresenta una coppia di piani paralleli se l > 0, mentre, in caso contrario, la quadrica
è priva di punti reali. Dato che, nella matrice che definisce la quadrica, i coefficienti dei termini misti vanno divisi per 2, per non avere frazioni, conviene moltiplicare per 2 l'intera equazione e considerare la forma equivalente 2xz - 2xy + 2yz = 4. La matrice simmetrica che definisce questa quadrica è ora la matrice ![]() Per determinare di che tipo di quadrica si tratti basta calcolare gli autovalori della matrice simmetrica A. Il suo polinomio caratteristico è il polinomio ![]() Abbiamo dunque un autovalore negativo n = -2 e due autovalori positivi uguali l = m = 1. Possiamo dunque concludere che la quadrica è un iperboloide di rotazione a una falda. Per trovare la sua disposizione nello spazio possiamo calcolare gli autovalori. L'autovalore relativo all'autovalore -2 dà la direzione dell'asse attorno a cui ruota l'iperbole, asse che chiamiamo Z ( quello relativo al terzo autovalore) mentre gli autovettori relativi all'autovalore 1 definiscono un piano (il piano X,Y) ortogonale all'asse delle Z. Calcoliamo intanto il terzo autovettore g. Dobbiamo risolvere il sistema ![]() un matrice ridotta del sistema è ![]() e quindi un autovettore relativo all'autovalore -2 è i + j - k Normalizzando questo autovettore otteniamo l'autovettore g ![]() Dato che sappiamo, dalla teoria generale, che la matrice A è diagonalizzabile e che esiste una base ortonormale di autovettori, possiamo concludere che esistono altri due autovettori indipendenti (quelli relativi all'autovalore doppio l = 1) e che questi definiscono un piano ortogonale a g. Scegliamo allora su questo piano due vettori indipendenti e ed f di modulo 1 e ortogonali tra loro (che non ci interessa calcolare esplicitamente). Nel nuovo sistema di riferimento (0,e,f,g) l'equazione della quadrica diventa e la sua forma è descritta dalla figura seguente ![]() Sul piano X,Y abbiamo una circonferenza di raggio 2 mentre sul piano Y,Z l'iperbole Y2 - 2Z2 = 4. E' chiaro che la posizione iniziale degli assi x,y,z è inessenziale per derminare la forma della quadrica.
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