CELMEC I.

Primo Convegno Nazionale di Meccanica Celeste

Università di L'Aquila, 24-29 Maggio 1993

P R E M E S S A

 

There is only one thing you can be sure of, about Celestial Mechanics. That you will never wake up and say "Oh God! The Three-Body Problem has been solved!

(Archie E. Roy)

 

Stabilità, risonanze, caos, sono termini ricorrenti per chi frequenta i molti convegni di matematica, fisica e astronomia. Eppure i concetti che essi esprimono sono storicamente legati ad un’unica scienza, antica, che ne è oggi comun denominatore: la Meccanica Celeste. Dalle osservazioni astronomiche dei Caldei, dai lavori di Henry Poincarè, che per primo aveva intuito l’ubiquità del caos, il numero e la varietà degli oggetti che si muovono nel cielo è aumentata a dismisura. Migliaia di asteroidi, centinaia di comete, decine di satelliti ed anelli, innumerevoli sistemi stellari e galattici, ed una nube di satelliti artificiali in orbita attorno al nostro pianeta che rischia di trasformarsi in breve tempo in un bell’esempio di sistema collisionale attivo. Da scienza "pura", devota al calcolo delle effemeridi ed alla predizione dei fenomeni celesti, la Meccanica Celeste si è andata trasformando in una presenza ramificata nei più svariati campi del sapere. In particolare nell’ultimo decennio l’esplosione delle velocità di calcolo e lo sviluppo della teoria del caos, hanno rafforzato i legami tra le varie discipline scientifiche in cui si ritrova presente, in varia misura, la Meccanica Celeste.

L’idea di organizzare un incontro a livello nazionale dedicato alla Meccanica Celeste nasce, in questo ambito, dall’esigenza di confrontare idee, tecniche e risultati tra coloro che in Italia si occupano di problemi legati a questa disciplina. Si è scelto di suddividere il convegno in tre sezioni, Sistema Solare e Sistemi Stellari, Teorie Perturbative, Dinamica del Volo Spaziale, in rappresentanza delle principali tematiche che animano l’odierna Meccanica Celeste. Lo svolgimento dei lavori ha sottolineato l’ampia sovrapposizione e le relazioni che legano fra loro le tecniche di osservazione ai metodi numerici e allo sviluppo di teorie analitiche. Il convegno si è aperto con gli studi dedicati ai sistemi di stelle e pianeti che, oltre alla trattazione dei problemi a tre o più corpi, ha evidenziato la tradizionale presenza italiana nell’ambito della dinamica dei Corpi Minori del sistema solare. Dalla determinazione degli elementi propri degli asteroidi si è giunti con naturale continuità nel dominio delle teorie perturbative, laddove molteplici sono le applicazioni alla Meccanica Celeste del teorema KAM e dei lavori di Nekhoroshev, in particolare in relazione al moto di precessione planetaria e allo studio della stabilità delle risonanze. La possibilità che un satellite artificiale ha di modificare la propria traiettoria e quindi di accedere a configurazioni orbitali particolari, rappresenta un’opportunità unica per le applicazione pratiche della Meccanica Celeste. Tra le alterne vicende della presenza italiana nello spazio, spicca il successo del LAGEOS e la popolosa comunità coinvolta in studi di geodesia spaziale. Non sono mancati contributi legati a tematiche classiche di dinamica del volo (trasferimenti orbitali, minisatelliti), con uno sguardo rivolto alle missioni interplanetarie di un futuro non troppo lontano. Un excursus storico ci ha condotti alla ricerca della Meccanica Celeste perduta. L’organizzazione di due tavole rotonde, in cui si è cercato di fare il punto sulle teorie ed osservazioni di moti caotici nei fenomeni celesti e sulle possibilità di formare in Italia un organismo addetto alla teoria e al calcolo di orbite ed effemeridi, hanno completato i lavori del convegno.

Il Primo Convegno Nazionale di Meccanica Celeste ha raccolto circa 70 ricercatori provenienti da Università, Osservatori, Istituti di Ricerca ed Industrie Spaziali, rinnovando l’antica tradizione che questa scienza ha in Italia. A conferma dell’attiva presenza italiana anche a livello internazionale, è giunta l’adesione al convegno di alcuni invitati stranieri.

Uno degli scopi primari del convegno è lo scambio di informazioni e la logica continuazione di tale proponimento è rappresentata dalla pubblicazione di questi "atti". Ai partecipanti è stato chiesto di inviare brevi resoconti di contributi specifici oppure della propria attività scientifica. Il risultato è una raccolta organizzata seguendo la struttura del convegno. Non si è operato alcun tipo di intervento sul materiale ricevuto: una sua possibile lettura emerge proprio dalla diversità di stili e contenuti dei singoli contributi. Il Primo Convegno Nazionale di Meccanica Celeste ha rappresentato un primo tentativo di trovare un punto d’incontro e un linguaggio comune: un’esperienza che speriamo possa ripetersi regolarmente in futuro.

I nostri ringraziamenti a chi ha reso possibile la realizzazione del convegno: le tante persone che hanno appoggiato questa iniziativa e le istituzioni che l’hanno sorretta economicamente; a tutti i partecipanti, che hanno contribuito a creare sin dall’inizio un’atmosfera piacevole e stimolante; agli ospiti stranieri, che si sono adeguati allo spirito del convegno, italianizzandosi per l’occasione; all’Università di L’Aquila, che ci ha ospitato; ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso che, allontanandoci per qualche ora dalle cose celesti, ci hanno guidato sotto la montagna.

 

Alessandra Celletti & Ettore Perozzi

 

L’Aquila, 15 Settembre 1993

 

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