La Democrazia

Mario Abundo

Università Tor Vergata, Roma

(1998)

Se chiedessimo ad uno scolaro di spiegare cosa significa “democrazia”, probabilmente egli risponderebbe che si tratta di una forma di governo in cui tutti i cittadini sono uguali ed hanno pari dignità e pari diritti (come recita, tra l’altro, un articolo della Costituzione).

Paradossalmente, ferma restando  l’assoluta parità tra ogni essere umano, aggiungerei che democrazia significa anche poter esercitare il diritto di essere diversi. Dobbiamo infatti ammettere che, tra uomo e uomo, tra donna e donna, ci sono delle differenze, ed  è bene che ci siano. Ognuno è chiamato a dare il proprio contributo al mondo secondo le proprie capacità e potenzialità; un piccolo oggetto può apparire enorme a chi lo conquista con grande fatica e sacrificio, mentre una montagna può apparire trascurabile a chi è abituato a trattare grandi cose.

Se c’ è il diritto naturale di ogni uomo a scegliere la propria vita in piena libertà di azione, di sentimento, di comportamento, di costumi, di religione, etc., è altrettanto vero che occorre dare a ciascuno il suo. Proprio perchè ogni persona ha una sua caratteristica individuale che la rende distinta da ogni altra, non si può pretendere che tutti vivano allo stesso modo e che le stesse cose siano ugualmente importanti per tutti. Al contadino interesserà la terra, il raccolto più che la Chirurgia. Allo scienziato interesserà più lo studio della Natura che la Politica; all’umanista interesserà  lo studio della filosofia più di quanto non interessi,  generalmente, al calzolaio. Ognuno deve poter trovarsi a proprio agio scegliendo il comportamento e lo stile di vita più consono alla propria condizione e alla propria personalità.

E’ sbagliato pretendere che tutti intervengano sulle medesime decisioni della comunità. Certamente, è giusto che ognuno esprima la propria idea, ma non tutti sono ugualmente in grado di cooperare per il bene comune, riguardo ad un particolare argomento. Se volessimo un consiglio sulla coltivazione della patata, chiederemmo aiuto al contadino, ma non ci rivolgeremmo a lui se volessimo un consulto medico.

Dunque, occorre perseguire la specializzazione nelle competenze dell’uomo, nel rispetto della potenziale uguaglianza di diritti; in democrazia infatti, proprio rispettando la libertà ad essere diversi, non è possibile che le decisioni di un uomo contino con lo stesso peso di quelle di ogni altro uomo. Ciò non è contrario alla morale; riflettendoci, non è altro che il contenuto della parabola dei talenti: è bene accetto e parimenti importante il contributo di ciascuno, secondo le proprie possibilità.

Democrazia non significa che ognuno può fare quello che vuole, direi al contrario che ognuno dovrebbe fare quello che è bene per la comunità e per l’uomo. Certamente, in un clima democratico, non può essere accettata alcuna rinuncia alla propria libertà di pensiero, nè deve essere imposta alcuna abiura come quella di Galileo (recentemente, per fortuna, la Chiesa ha riconosciuto il suo errore). Ma anche gli scienziati devono porsi dei limiti che non vanno superati. Le manipolazioni genetiche, ad esempio, la realizzazione di cloni animali (e tra qualche tempo forse anche umani) stanno portando l’uomo su una strada pericolosa e di non ritorno verso la frantumazione dell’equilibrio e dell’etica naturale. Ricordiamo ancora che è bene fare quel che è buono, non quel che conviene.

In certi paesi, come gli Stati Uniti, che hanno fatto un emblema del loro credo nella democrazia, questa si è tramutata di fatto in una sorta di anarchia e in uno stato incontrollabile in cui la delinquenza è cresciuta oltre misura e lo Stato si arroga poi il diritto  di porre fine ad una vita umana.

La coscienza civica, quella che viene dall’interno di noi e che non può essere inposta nè con leggi, nè con controlli o persecuzioni, è una delle conquiste che la democrazia dovrebbe perseguire.

Un cittadino onesto dovrebbe pagare il biglietto dell’autobus, non per timore che salga il controllore, ma semplicemente perché la sua coscienza gli impone di fare così. Se, come diceva Rousseau, l’uomo allo stato di Natura è fondamentalmente buono, non dobbiamo rischiare che la civilizzazione guasti la sua innata moralità. Come diceva Epicuro, in democrazia occorre che ciascuno non faccia cose di cui si vergognerebbe se fosse guardato.

Certo è che la conquista di una coscienza democratica è cosa non da poco e non puo’essere imposta. Un individuo adulto o la possiede o non la possiede e, in tal caso, è quasi impossibile ormai fargliela ottenere.   Perciò è importante, nella scuola, fin dai primi anni di vita, l’educazione alla democrazia, così che lo scolaro, il cittadino poi, impari ed apprezzi come cose proprie quegli ideali di giustizia e di comportamento che serviranno come modello per la comunità sociale.

 

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