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Le frustrazioni del bravo insegnante

di Rosalba


Scuola "actually"

Una semplice constatazione: qualsiasi attività svolta nell’abito dell’orario scolastico, all’interno di un programma di studio, perde di interesse proprio per quegli alunni per i quali si vorrebbero mettere in moto meccanismi di coinvolgimento e di attività.
Per es.: Si tratta la cultura del neorealismo: invece di discorsi astratti si parte dalla visione di un paio di film; si parla di Pirandello: invece di una lettura domestica e solitaria dell’opera si va a teatro a vedere una rappresentazione. Ebbene, per quanto preparata in modo il più possibile e corretto e anche accattivante, l’attività mediamente ottiene il solito risultato di una lezione tradizionale. I "bravi" alunni ai quali non importa neanche molto l’argomento, abituati al lavoro fatto scrupolosamente per senso del dovere, o per ambizione, o per entrambi, assisteranno scrupolosamente alla lezione e ne sapranno fare una scrupolosa relazione; l’esiguo gruppetto di quelli che lavorano per curiosità e per passione avranno dall’attività un rafforzamento delle loro competenze ed aumenteranno il loro vantaggio nei confronti dei compagni, quelli che lavorano, che sono indisciplinati, che sembrano non provare interesse per niente che venga fatto a scuola, mediamente continueranno a tenere il solito atteggiamento e approfitteranno magari del buio dellal sala di proiezione per molestare i compagni, dello spazio teatrale per fare i pagliacci, ecc…. Peggio ancora se l’attività è svolta in orario extracurricolare e non obbligatoria, nell’illusione dell’insegnante di creare a partire da lì momenti di affiatamento e quindi di coinvolgimento. Si vivono i fallimenti nelle varie attività tipo giornalino, corsi liberi di qualsiasi cosa, dalla musica alla ceramica, al giardinaggio. In questi casi, soprattutto in una scuola con orari pesanti e con gravi problemi di pendolarismo, notoriamente la tipologia di scuola all’interno della quale la selezione raggiunge percentuali alte come le frustrazioni degli insegnanti, la "colpa" viene attribuita all’impossibilità degli alunni di trattenersi a scuola oltre l’orario, causa mancanza mezzi di trasporto, faticosità dei percorsi casa-scuola ecc… Questa consapevolezza può confortare alquanto il bravo insegnante, che può attribuire il fallimento dei tentativi a difficoltà oggettive di ragazzi che altrimenti sarebbero lì pieni di entusiasmo e desiderosi solo di fare il giornalino, imparare la chitarra, il ricamo o il giardinaggio.
Il tentativo estremo del bravo insegnante è allora quello di portare le libere attività all’interno del programma scolastico, creando degli spazi non strettamente legati ai famigerati programmi, sacrificando parte dei programmi medesimi, partendo o cercando di partire dai famigerati "interessi dell’alunno"; e se gli interessi degli alunni sono il rap, il piercing, il tatuaggio, ebbene, si parlerà di il rap, di piercing, di tatuaggio. A anche in questi casi i risultati non si discostano molto da quelli di una lezione tradizionale, con l’aggravante che i "bravi alunni" che di queste cose non sanno quasi nlla, ma che hanno acconsentito scrupolosamente all’idea che vengano trattati in classe argomenti che sembravano interessare solo i loro compagni sciagurati, sentiranno il dovere di documentarsi scrupolosamente a casa per non fare brutta figura, scandalizzando mamma e babbo. Spesso il risultato di questi generosi tentativi è misero: i genitori dei bravi alunni chiedono colloqui riservati al preside o scrivono lettere furibonde accusando i docenti di pressappochismo, inadeguatezza e minacciando rappresaglie. E gli alunni sciagurati per i quali tutto questo cancan è stato messo in piedi? Loro si disinteresseranno ancora di più sospettando la fregatura dietro l’attività di un insegnante che invece di insultarti perché non hai studiato le guerre di indipendenza pretende di intrattenere una conversazione sulle tecniche di tatuaggio o su cosa spinge i ragazzi a infilarsi chiodi e orecchini dappertutto. Pare che nella testa di questi ragazzi ci sia molto ben radicata una convinzione che nessuno più riuscirà a togliere: se la scuola ti chiede di fare qualcosa, qualsiasi cosa, da qualche parte, magari ben nascosta, c’è la trappola. Per difendersi l’unica possibilità è rifiutarsi di fare alcunché, sviluppare la capacità di resistenza passive e affinarla negli anni.
Lo sconforto del bravo insegnante toccherà il massimo quando si renderà conto che, pur diversissimi, i bravi alunni e gli alunni sciagurati concordano nel preferire l’insegnante che magari nel corridoio, nei loro sussurri privati ma neanche poi tanto definiscono "stronzo", ma è uno dal quale si sa sempre che cosa aspettarsi. Il bravo alunno sa che verrà gratificato avendo scrupolosamente studiato le nozioni richieste senza pretese di passioni o interessi, l’alunno sciagurato sa che si beccherà costantemente tre e verrà respinto, ma almeno avrà il conforto di sapere che lo è perché a lui della scuola non glie ne può fregar di meno e non perché non ha voluto spiegare perché si è fatto tatuare un cobra sull’ombelico.
L’anno seguente il bravo insegnante abbandonerà qualunque tentativo di partire dagli interessi degli alunni e svolgerà una rigorosissima attività disciplinare.
Ma siccome rimane pur sempre un bravo insegnante, vivrà con angoscia la perdita per strada dei tatuati e dei discotecari selvaggi, perdita salutata con un brindisi dal collega "stronzo", e cercherà conforto e aiuto in corsi di aggiornamento per poter capire dov’è l’errore, dov’è l’inghippo.
Ma questa è tutta un’altra storia.

Rosalba