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Cara Laura
ripropongo a voi un quesito rivolto a "Italians", rubrica del corriere.it.
Leggendo i quotidiani italiani, recentemente ho scoperto che la categoria di lavoratori italiani più soggetti all'esaurimento
nervoso (all'estero "burn-out") sono gli insegnanti. Ancora una volta ci distinguiamo dal resto del mondo, ove i maggiori
casi di burn-out sono nei posti di responsabilità. A esempio ho appena finito un corso dove i due relatori sono usciti
da un burn-out con un cambio di professione qualche anno prima ed era un punto naturale nella conversazione tra di noi. Chi
lavora in tali posizioni mette in calcolo un possibile burn-out dovuto alle lunghe ore lavorative, facilmente 10-12, allo
stress dovuto a un lavoro che attraverso le valutazione del manager sui obiettivi ti porta a poter essere licenziato su due
piedi e via dicendo. Qual è il livello di stress di un insegnante in confronto? Si parla di persone scontente del loro ruolo, per
quanto abbiano una posizione sicura. Se l'insoddisfazione professionale fosse la prima causa di un esaurimento, francamente vorrei
sapere quanti potrebbero reclamare questo status in ogni Paese. Non è forse che chi ha scelto la professione lo ha fatto come
ripiego e alla tardiva richiesta di produrre pił risultati fa opposizione e rifiuto e si rifugia nella più comoda delle soluzioni?
E' in grado qualcuno di spiegare quali sono queste mille ragioni di stress?
Un saluto
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